Ti è mai capitato di cambiare idea dopo aver parlato con qualcuno? O di comprare un prodotto solo perché l’hai visto pubblicizzato da un influencer? Se la tua risposta è sì, non sei l’unico!
Immersi e assorbiti dai social media, il concetto di camera dell’eco ci dovrebbe ormai suonare familiare. Ma cosa si nasconde davvero dietro questo concetto? Immaginiamo un ambiente virtuale dove riecheggiano solo le nostre opinioni, alimentate da un flusso costante di informazioni affini. Le nostre bacheche si trasformano così in un coro di voci che confermano le nostre convinzioni, escludendo qualsiasi dissenso o visione alternativa, portando alla creazione di uno stato di isolamento ideologico.
Questo fenomeno, noto come camera dell’eco nei social media, si verifica quando veniamo esposti unicamente a contenuti che rispecchiano i nostri pensieri e le nostre idee. Ad esempio, se seguiamo amici e pagine che condividono le nostre stesse posizioni politiche, potremmo ritrovarci a leggere e rileggere lo stesso articolo o lo stesso meme politico, amplificandone la risonanza all’interno della nostra rete di contatti.
Le camere dell’eco rappresentano un perfetto esempio del potere invisibile che subiamo sui social
Condividere contenuti già postati da altri non è un gesto neutro. Piuttosto, rivela una certa suscettibilità all’influenza esercitata dalle opinioni e dalle scelte altrui.
Le forze nascoste che plasmano il nostro comportamento
Il libro “Influenza Invisibile” (2016) spiega il potere nascosto che le persone hanno su di noi, svelando come influenzano le nostre scelte, il nostro comportamento e persino la nostra concezione del mondo. L’autore, Jonah Berger, è una figura di spicco nel campo del marketing e delle dinamiche comportamentali. I suoi studi, condotti per oltre 15 anni, si sono concentrati su come le persone prendono decisioni, come le idee si diffondono e come la società influenza il comportamento individuale.
Votiamo se gli altri votano e corriamo più veloci quando qualcun altro si allena sul tapis roulant di fianco al nostro.
Come un magnete gli altri possono attrarci, ma anche respingerci. A volte ci conformiamo o imitiamo le persone che ci circondano. Ma in altri casi divergiamo oppure evitiamo certe cose…evitiamo di suonare il clacson in mezzo al traffico perché non vogliamo essere una di quelle persone.
L’influenza degli influencer.
Siamo tutti influencer.
Nel panorama odierno, gli influencer sono potenti strumenti di marketing per promuovere prodotti e servizi. La loro capacità di catturare l’attenzione e l’interesse del pubblico è innegabile, ma il vero potere degli influencer risiede spesso in un’influenza più sottile e subdola: l’influenza invisibile.
Dietro l’apparente semplicità di questa strategia si cela un meccanismo psicologico ben più complesso che va oltre a quello della familiarità che conduce al gradimento. Piuttosto che focalizzarci sull’idea di consumatori passivi che acquistano ciecamente, dovremmo considerare l’influenza sottile e subliminale che gli influencer esercitano sui nostri desideri e sulle nostre percezioni. Nelle mani dei persuasori occulti, l’acquisto di un prodotto non rappresenta più un atto di scelta consapevole, bensì la risposta a un impulso inconscio generato dall’esposizione a determinati stimoli. Gli influencer, attraverso la loro capacità di creare connessioni emotive e di plasmare ideali di bellezza e successo, diventano i catalizzatori di queste spinte all’acquisto. Il vero problema risiede nella difficoltà di riconoscere questa influenza. I consumatori, spesso inconsapevoli di essere manipolati, tendono a razionalizzare le proprie scelte, giustificandole con motivazioni superficiali o contingenti.
Che si trattasse dell’acquisto di vestiti, di voltare alle elezioni o di rispettare il codice della strada, le persone riconoscevano che l’influenza sociale aveva un impatto. Tranne quando riguardava loro stesse.
Ammettere di essere influenzati da fattori esterni significherebbe mettere in discussione la propria autonomia e il proprio senso critico.
Per smascherare questo potere nascosto, è necessario adottare un approccio introspettivo e critico
Dobbiamo imparare a riconoscere i segnali che gli influencer inviano, a decodificare i messaggi subliminali contenuti nei loro post e a mettere in discussione le motivazioni che ci spingono ad acquistare. Solo attraverso questa consapevolezza potremo liberarci dall’influenza invisibile e compiere scelte di consumo libere e consapevoli (ammettendo per un istante che sia realmente possibile).
Perché siamo influenzabili?
Siamo animali (senzienti) sociali.
È innegabile, l’influenza degli altri permea ogni aspetto della nostra vita. Ma perché siamo così suscettibili al comportamento altrui? La risposta risiede nella nostra natura stessa di animali sociali. Fin dalla nascita, impariamo osservando e imitando chi ci circonda. Fin dai tempi antichi, l’uomo ha imparato a adattarsi e sopravvivere osservando e imitando i propri simili. Questa predisposizione innata, scolpita nel nostro DNA, nei nostri neuroni specchio, spiega in parte perché siamo così facilmente influenzabili dagli altri.
Pensiamo a come abbiamo imparato a parlare, a mangiare, a comportarci in società.
Situazione dopo situazione, abbiamo interiorizzato regole e convenzioni sociali, spesso senza nemmeno rendercene conto
Questo processo di apprendimento imitativo, fondamentale per la nostra crescita, non è esente da rischi. Come spugne, assorbiamo anche messaggi negativi o distorsivi. Se da un lato imitare ci permette di crescere e integrarci, dall’altro può esporci a messaggi e comportamenti dannosi.
Gestire questa forza invisibile.
Come possiamo coltivare una relazione sana con l’influenza sociale?
Berger nelle pagine del suo libro sottolinea che il nostro legame con l’influenza sociale è sfaccettato e varia considerevolmente in base a una moltitudine di fattori. L’ordine di nascita, il contesto socioeconomico, le esperienze personali e persino la nostra personalità possono influenzare il modo in cui subiamo l’influenza degli altri.
Ad esempio, chi ha un fratello maggiore di successo nello sport potrebbe sentirsi spinto a eccellere in campo accademico, non per conformarsi, ma per distinguersi e tracciare la propria strada. Al contrario, trovare conforto in una band poco conosciuta o in un hobby di nicchia può rappresentare un modo per affermare la propria individualità e sentirsi parte di un gruppo esclusivo. Allo stesso modo, chi proviene da contesti socioeconomici meno privilegiati potrebbe dare maggior valore alla coesione sociale e al rispetto delle tradizioni, favorendo la conformità all’interno del gruppo.
Anche le differenze culturali giocano un ruolo chiave.
In America le persone dicono che “la ruota che cigola ottiene l’olio”: la persona che spicca, o che si fa notare di più, riceve la maggior parte dell’attenzione. In Giappone, invece, un noto proverbio osserva che “il chiodo che sporge viene abbattuto a martellate”: in quel paese ciò che conta di più è conformarsi al gruppo e risaltare può essere una cosa negativa.
La chiave per una relazione sana con l’influenza sociale è la consapevolezza
Diventando osservatori critici del nostro comportamento e ponendoci delle domande alimentiamo questa consapevolezza.
Sto facendo questa scelta per sentirmi parte del gruppo?
Questa cosa mi piace davvero o la seguo solo perché è alla moda?
Il desiderio di appartenenza è una cosa naturale, innata per l’uomo, ma è fondamentale la ricerca di un equilibrio. Mettendoci in discussione, impariamo a riconoscere come le influenze esterne hanno modellato i nostri gusti e le nostre opinioni. Sembra un concetto da life coach di Dubai, ma riflettiamo su ciò che ci rende davvero felici e sugli aspetti che contano di più per noi. Esplorando attivamente il nostro rapporto con l’influenza sociale, possiamo liberarci o, meglio, mitigare i condizionamenti esterni che impediscono di costruire un’identità autentica e solida, fatta di scelte consapevoli e libere.
Ma non si tratta semplicemente di imitare o differenziarsi. Non vogliamo essere esattamente identici, ma neanche completamente diversi…camminando sul filo tra somiglianza e differenza.
Sebbene l’idea di essere individui dal pensiero libero sia allettante, la realtà a volte svela sfumature diverse. Abbigliamento, musica, linguaggio: tutto sembra essere influenzato da un’invisibile forza che ci spinge a adeguarci per evitare l’esclusione sociale.
IMMAGINE DI COPERTINA TRATTA DAL FILM Essere John Malkovich.
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