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“Perché” è una parola semplice, ma che racchiude un grande potere. È la domanda che ci permette di capire il motivo delle cose, di trovare il senso in ciò che facciamo. L’atto di formulare domande ci consente di organizzare il nostro pensiero stimolando la creatività, aprendo i nostri orizzonti. Alimentare la curiosità, guardare un problema e porsi le giuste domande: molte piccole rivoluzioni tecnologiche sono iniziate così.

 

Le grandi idee possono nascere da domande semplici

 

La storia della Polaroid è emblematica in tal senso. Edwin H. Land, inventore della macchina fotografica istantanea, raccontò che l’idea per la sua invenzione gli venne nel 1947, quando sua figlia di 3 anni gli chiese perché dovesse aspettare per vedere una foto che aveva appena scattato. Quel “perché” lo fece riflettere sulla possibilità di creare una macchina fotografica che potesse stampare le foto immediatamente. Nel 1948, presentò la prima macchina fotografica istantanea Polaroid, la Land Camera 95. Fu un successo che rivoluzionò il mondo della fotografia. Quella domanda fu un esempio del potere del “perché” e del potere della curiosità. Quando siamo curiosi, siamo spinti a imparare e a crescere. La curiosità di Land lo ha portato a sviluppare una nuova tecnologia che ha cambiato il mondo.

 

 

 

 

Il potere del perché diminuisce con l’età

Alcuni studi dimostrano che le domande raggiungono il picco all’età di 4 o 5 anni per poi diminuire costantemente man mano che i bambini frequentano la scuola dove spesso le risposte sono più apprezzate delle domande. Con la maturità il potere tende ad affievolirsi, un po’ come per la luccicanza di Danny. Quando siamo sul posto di lavoro, molti di noi hanno perso l’abitudine di porsi domande fondamentali su ciò che ci accade intorno. Alcune persone temono che fare domande riveli ignoranza o possa essere visto come un rallentamento della routine.

Questo può essere dovuto a diversi fattori, tra cui:

L’educazione scolastica. A scuola, i bambini vengono spesso incoraggiati a dare risposte corrette, piuttosto che a fare domande. Questo può portare a una diminuzione della curiosità.

Le aspettative sociali. In alcuni contesti, come sul lavoro, le domande possono essere viste come un segno di ignoranza o di mancanza di preparazione. Questo può portare le persone a evitare di fare domande, anche quando sono necessarie.

La paura del giudizio. Alcune persone evitano di fare domande perché temono di essere giudicate male. Questo può essere dovuto a esperienze negative passate, o semplicemente al timore di apparire stupidi.

 

 

 

 

Il potere del “perché” nel design

Paul Rand sosteneva che il design è un’attività di problem solving. Quando ci chiediamo perché qualcosa deve essere così, stiamo cercando di capire il motivo, il senso di ciò che stiamo progettando.

Un designer di un’app per smartphone si chiede “perché” gli utenti dovrebbero usare la sua app. La risposta è che l’app dovrebbe rendere la vita degli utenti più facile e divertente. Questo guida il designer a creare un’app che sia facile da usare e che offra funzionalità utili e interessanti.

Un designer di un sito web si chiede “perché” gli utenti dovrebbero visitare il suo sito web. La risposta è che il sito web dovrebbe fornire informazioni utili. Questo guida il designer a creare un sito web che sia ben organizzato e che fornisca contenuti di alta qualità.

Un designer di un prodotto di consumo si chiede “perché” gli utenti dovrebbero acquistare il suo prodotto. La risposta è che il prodotto dovrebbe risolvere un problema o soddisfare un bisogno. Questo guida il designer a creare un prodotto che sia utile e conveniente.

 

La domanda ci aiuta a definire gli obiettivi del nostro design

 

Quando sappiamo perché stiamo progettando qualcosa, possiamo prendere decisioni più consapevoli e creare soluzioni più efficaci.

Ho scelto di abbracciare anche io il potere del perché.

Perché vuoi il logo più grande?

Perché vuoi quel colore?

Perché vuoi spostare questo contenuto qui?

Perché vorresti un sito web?

Ogni richiesta è legittima, ma occorre fare un passo in più. Chiedo sempre ai nostri interlocutori perché vorrebbero un sito web e non lo faccio per farmi i fatti loro. Avere un sito web non è un obiettivo, è un percorso verso un obiettivo. Precedentemente ho parlato dell’importanza di un sito web per un’azienda o se il sito fosse uno strumento sempre necessario. Anche la progettazione è figlia del “perché”. Ogni elemento grafico, ogni scelta estetica deve avere una motivazione.
 
Sono un forte sostenitore della consapevolezza della creatività. Il guizzo creativo, l’impulso, l’intuizione sono fondamentali ma non sufficienti per sviluppare e coltivare il proprio potenziale. Occorre canalizzarlo e codificarlo. Analizziamo quello che progettiamo, non diamo nulla per scontato, mettiamo in discussione, non smettiamo di chiederci perché.
 

IMMAGINE DI COPERTINA TRATTA DAL FILM Shining.

 

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