Il Design thinking è l’insieme dei processi cognitivi, strategici e pratici messi in atto dai designer nella progettazione di prodotti, edifici e macchinari. Negli ultimi anni questo approccio si è spostato verso l’innovazione di servizi uscendo dalla sola progettazione di software e prodotti.
Il Design thinking è un processo creativo che aiuta le persone a risolvere problemi complessi
Il Design thinking integra capacità analitiche con attitudini creative, riuscendo ad adattarsi anche ai contesti più svariati. Ad esempio, è stato utilizzato per migliorare i servizi pubblici, risolvere problemi sociali e creare nuovi modelli di business. Lo scenario con cui abbiamo a che fare è complesso e, in diverse parti del mondo, assistiamo a un calo della fiducia dei cittadini nella politica. Le persone non si sentono ascoltate e sono convinte che i governi non prendano in considerazione i loro bisogni. Abbiamo bisogno del Design thinking in politica oggi più che mai.
I popoli non dovrebbero avere paura dei propri governi, sono i governi che dovrebbero aver paura dei popoli.
Thomas Jefferson
Quando il design abbraccia il potere
Lo studio dell’utente e il fallimento sono aspetti chiave
Conoscere e capire i nostri interlocutori è fondamentale. Solamente costruendo una connessione con loro possiamo comprendere i problemi che devono affrontare e di cosa avrebbero bisogno per risolverli. Durante la sua attività progettuale, il designer entra continuamente in contatto con l’utente e, attraverso interviste e studi di usabilità, testa le soluzioni che ha proposto. Il contatto con la realtà non viene mai meno, anzi, è proprio grazie all’osservazione della realtà che arrivano le risposte e i feedback. Lo studio e la lungimiranza della visione fanno poi il resto. Questo non significa essere esenti dal fallimento. Il fallimento è il carburante di tutto il processo perché più velocemente fallisci, più velocemente impari. Affinché la politica possa essere d’aiuto alla nostra società non può prescindere dal ruolo dell’apprendimento per risolvere problemi reali che attanagliano persone reali.
Lo studio dello scenario richiede il porsi delle domande. Chi sono le persone colpite dal problema? Qual è il problema nello specifico? Che impatto più ampio ha sulla società? Ci sono altrove scenari simili in cui sono state messe in campo delle azioni che potrebbero essere spendibili anche nel nostro paese?
Una volta identificate le variabili e le ipotesi testiamo le soluzioni. Il modo più semplice per risolvere un problema è ripetere ciò che già esiste e adattarlo. Quante volte abbiamo sentito che non è necessario reinventare la ruota? Il compito della politica è quindi quello di aiutare la società ad esprimersi al meglio riflettendo nelle sue azioni la metamorfosi dei nostri stili di vita e del vivere moderno. L’agire politico deve essere veloce per stare al passo con il progresso e il Design thinking aiuta a mantenere questo slancio: prendiamo spunto dalle startup! Gli innovatori che pensano fuori dagli schemi sanno benissimo che non è possibile dimostrare in anticipo l’efficacia di una soluzione. Bisogna imparare a capire quando è il momento di smettere di investire su una soluzione e iniziare a provarne di nuove.
Innovazione politica e tecnologia sociale del Design thinking
E se tutto fosse possibile?
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Il Design thinking è guidato dalle possibilità. Incoraggia le persone a pensare in modo creativo e a esplorare nuove idee, anche se queste potrebbero sembrare irrealistiche o impossibili. Questo è in contrasto con il modo in cui le organizzazioni governative tendono a lavorare, guidate spesso da vincoli e approcci dogmatici.
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Il Design thinking si concentra sulla sperimentazione. L’approccio che promuove è basato sullo studio dei bisogni e delle aspirazioni delle persone interessate al problema. Spinge a testare le idee con le persone che saranno interessate da esse in un processo di continuo apprendimento.
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Il Design thinking è guidato dal consenso. Ciò significa che le decisioni vengono prese sulla base di un ampio confronto tra i partecipanti alla progettazione. Questo è importante per garantire che le soluzioni siano supportate da una solida base di persone.
Gli approcci basati sul Design thinking consentono alle persone di lavorare insieme e di superare le differenze. Non si tratta solo di un’esortazione alla creatività e alla cooperazione, ma un richiamo all’empatia per sfuggire ai pregiudizi delle proprie visioni del mondo. Questa coesione è fondamentale in politica dove spesso si fronteggiano gruppi di potere, lobby e interessi particolaristici. Il Design thinking si concentra sulle persone e inizia da loro e non dagli obiettivi politici. Solo partendo da questo possiamo produrre idee e quell’innovazione che diventa rivoluzione spostando la lente dal decisore politico al cittadino. Gli innovatori guidati dal design hanno una visione aperta della realtà e si sganciano dagli approcci logici della politica dettati dalla consuetudine, dai vincoli di budget e dal non ci sono le risorse.
I politici non sono interessati ad applicare il Design thinking al loro lavoro?
Indipendentemente dalla risposta alla mia domanda, è chiaro che il Design thinking ha tutto il potenziale per migliorare la politica e quindi la vita del paese. Il Design thinking può aiutare la politica a comprendere meglio i bisogni delle persone, a sviluppare soluzioni innovative e a coinvolgere le persone nel processo decisionale per il bene comune. Sì, perché la politica dovrebbe fare proprio questo. Tuttavia, affinché il Design thinking abbia un impatto reale sulla politica, è necessario che i politici siano disposti a comprenderlo e ad applicarlo superando l’ideologia, gli interessi personali e la corruzione.
IMMAGINE DI COPERTINA TRATTA DAL FILM Automata.
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