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Un po’ come la vita di tutti i giorni, internet è un mondo sempre più simile a quello reale, come quando ti capita di incontrare o interagire con qualcuno per poi perderlo completamente di vista.

Ebbene, farsi ricordare da un utente che ha dimostrato interesse per ciò che fai, quello che vendi o i servizi che offri può essere una strategia fondamentale…o addirittura vincente! Il Remarketing e il Retargeting sono due strade che un’azienda online non può estromettere dal proprio piano marketing. Le piattaforme di advertising più utilizzate usano, quasi esclusivamente, il termine Remarketing nonostante la differenza tra le due pratiche c’è e, come vedrai, non è indifferente.

 

 

Remarketing e Retargeting: due strade diverse

Considerare questi due termini come sinonimi è dato dal fatto che entrambi nascono per raggiungere un bacino di utenti che in qualche modo ha interagito con la tua azienda online. L’obiettivo è quindi “riproporsi” a questi utenti per aumentare la probabilità di convertirli.

 

SE SEI UNO DI QUELLI CHE USA I DUE TERMINI COME SINONIMI, RILASSATI, ANCHE GOOGLE è TRA LORO

 

Infatti, nella piattaforma di Google Adwords, come su Facebook ADS, il termine Remarketing è usato come parola unica per racchiudere entrambe le soluzioni: paradossalmente queste due piattaforme ti consentono di svolgere un’attività di Remarketing/Retargeting online.

 

 

 

Qual è la differenza tra Remarketing e Retargeting?

Il Retargeting è una strategia che prevede di raggiungere quelle persone che hanno interagito con il tuo sito web e/o hanno effettuato un’azione dentro di esso. Sai bene che, attraverso i cookies, le azioni svolte dalle persone vengono monitorate e registrate: in questo modo, chi gestisce le attività di web marketing potrà avere dei dati chiari circa l’efficienza dell’attività online, conoscere il comportamento degli utenti o, nel caso di Adwords, proporre dei messaggi o annunci pubblicitari ad un pubblico specifico.

Quindi il Retargeting prende in considerazione le azioni svolte da un dato utente, non un contatto, ma un comportamento svolto all’interno del sito.

Passiamo al Remarketing. Questo secondo processo utilizza come strumento le e-mail e quindi tutte le piattaforme che ti possono aiutare a inviare comunicazione ai tuoi contatti. Una strategia di Remarketing standard è quindi l’invio di e-mail automatiche a chi, ad esempio, non ha acquistato l’articolo che aveva inserito nel carrello all’interno del tuo shop online, ma si è registrato al tuo sito web: quindi nell’e-mail potresti ricordargli i prodotti che ha inserito nel carrello o proporgliene di simili.

Per intenderci, il Remarketing punta a quegli utenti che sono stati effettivamente convertiti e che, nel caso di un e-commerce, hanno rilasciato i propri dati e fanno parte del tuo database clienti.

 

 

 

Esempi di Remarketing e Retargeting

Raggiungere i visitatori del tuo sito web: come anticipato, se monitori frequentemente i dati di accesso degli utenti al tuo sito web, potrai constatare come alcuni, più di altri, effettuano accessi con regolarità mentre altri no. Ecco come in questo caso l’obiettivo di Retargeting è utile per invogliare gli utenti a ritornare sul tuo sito web e magari effettuare un’azione significativa come l’acquisto o un’iscrizione.

Come fare Retargeting in questo scenario? Google AdWords e le inserzioni su Facebook ADS e Instagram sono i principali canali da sfruttare, proprio perché ti consentono di creare campagne apposite per intercettare gli utenti che hanno già visitato il tuo sito web, pagina ufficiale o profilo ufficiale Instagram.

 

Intercettare gli utenti che non acquistano: questo obiettivo di Retargeting ha come target i clienti che, ad esempio nel caso di un e-commerce, sono stati sul tuo sito, hanno effettivamente visionato le schede prodotto, aggiunto nel carrello, ma non hanno mai concluso l’acquisto.

Cosa può aver impedito l’acquisto? Questa domanda richiede uno studio più approfondito e ne parleremo in un nostro prossimo articolo!

Possiamo fare ugualmente qualcosa per stimolarli all’acquisto: Google AdWords e Facebook ADS ti danno la possibilità di creare annunci dinamici in cui strategicamente inserirai proprio quegli articoli visionati dal tuo cliente per incentivarlo all’acquisto.

 

Fidelizzare il tuo cliente: i primi due scenari sono dedicati al Retargeting, quest’ultimo invece si concentra su l’azione di Remarketing. Immagina di poter conoscere perfettamente il tuo bacino di clienti, avere un database di contatti con cui intercettarli.

In questo caso l’obiettivo è quello di fidelizzazione, convincerli e motivarli a comprare più e più volte i tuoi prodotti. Molti e-commerce utilizzano le più tradizionali strategie di marketing, l’up-selling e il cross-selling: l’up-selling è una strategia che stimola il cliente ad acquistare un articolo qualitativamente migliore ed economicamente più costoso rispetto a quello che ha acquistato nel tuo sito; il cross-selling è invece una tattica vincente per incoraggiare l’utente a comprare dei prodotti correlati al primo acquisto. In entrambi i casi si parla di Remarketing, perché il cliente intercettato ha effettivamente acquistato o è stato comunque convertito almeno una volta.

Con gli strumenti DEM (Direct E-mail Marketing) tutto questo è possibile, ad esempio con la newsletter, con cui potrai riuscire a rivolgerti ad un target altamente profilato e comunicare i messaggi promozionali o commerciali (evita però lo spam, potresti ottenere l’effetto contrario).

Hai individuato la sottile differenza tra Remarketing e Retargeting? In quest’articolo ho voluto fare un approfondimento tra le due strategie, così che tu possa valutare al meglio quella più adatta al tuo business online.

 

IMMAGINE DI COPERTINA TRATTA DAL FILM Rocky III.
 

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