Oggi è martedì e, come tutti i martedì, andrò nello Spazio Reset di Granada a ricevere una classe di Biodanza. Per chi non lo sapesse, mi trovo in Andalucia (Spagna), frequentando la scuola di Biodanza Vida, tre anni di formazione intensi e pieni di ricchezza e abbondanza per l’anima e per il corpo. Manca ancora un po’ di percorso e mi eccita così tanto non avere nessuna idea su quello che sarà dopo. Ma occupiamoci del presente.
Un martedì di Biodanza a Granada
In questo momento mi trovo sul massiccio montuoso della Sierra Nevada, qualche chilometro più in alto rispetto al Pueblo de Monachil, in prossimità de Los Cahorros. Vivo in un’abitazione fatta di legno e mattoni, mi riscaldo con una stufa a legna, bevo tisane e ascolto musica da meditazione su youtube (3 ore di musica rilassante o cose così…). Affianco la mia abitazione, un’altra casa di campo, abitata da una coppia molto simpatica: lei ricercatrice universitaria intenta nel preparare la tesi di dottorato sulla nascita dell’ineguaglianza di genere che caratterizza la storia dell’umanità e lui un artista che conduce laboratori creativi, produce libri d’artista e prepara spettacoli di clownerie.
Esco dalla casetta in cui vivo e mi ritrovo in un piccolissimo bosco di ulivi abitato da non so quanti gatti che continuo ad alimentare con appositi croccantini
Quello che noto è che più li alimento e più si moltiplicano e la notte diventa un concertino da farti perdere il sonno tuttavia va bene così. Anche loro hanno il loro diritto di godere di questi luoghi e sono sicuro che riuscirò ad abituarmi a quel loro canto. Ma non solo, e dirò una banalità, attraverso l’osservazione delle dinamiche che si realizzano tra loro riesco anche a elaborare teorie relative al comportamento umano perché in fondo c’è qualcuno che dice che anche noi siamo animali e le interazioni possono somigliarsi. Per cui come i gatti amano riposarsi accoccolati uno vicino all’altro, così accade in un nido all’interno di una vivencia di Biodanza, dove i partecipanti sono chiamati a riposare dopo aver sperimentato e vissuto con il corpo le proprie emozioni attraverso il movimento e la danza.
Questo il segreto della vitalità. Movimento e riposo e poi ancora movimento e riposo in una pulsazione, una danza che ci rende più lucidi e attenti a tutto quello che abbiamo intorno.
Un cammino verso l’integrazione e il cambiamento
Questo il mio cammino ora. Questi i miei passi in un sentiero che sono sicuro abbia un cuore.
Spero di ritrovarmi alla fine della strada a essere una persona molto più integrata di quanto non lo fossi al principio.
In effetti, già mi sembra di intuire un cambiamento. Il mio modo di interagire con gli altri, ad esempio, oppure il modo di ascoltare e di ascoltarmi e decidere cosa è meglio per me senza creare danno al prossimo.
E lo vedo anche nel lavoro. Oltre ad aver migliorato una mia già sviluppata (esagerato!) capacità di relazione col cliente e con i miei colleghi di lavoro, mi accorgo che anche i miei progetti, il codice che utilizzo, le scelte creative che effettuo risentono in un qualche modo dei passi della danza della vita che conduco. Potrebbe sembrare scontato quello che dico. È come se il mondo che mi circonda fosse una guida per le mie azioni. Ora, lasciando da parte l’aspetto magico, seppur rilevante, di tale fenomeno, potrei ricorrere alla teoria che analizza l’apprendimento osservazionale umano secondo cui, e lo dice Wikipedia (un tempo lo diceva la TV), molti comportamenti sono azioni mostrate da modelli anche se il modello di per sé non ha nessuna intenzione di inculcare nulla. E se un essere umano può apprendere a imprecare, picchiare, fumare attraverso esempi di scarso valore, probabilmente lo stesso sarà in grado di imparare comportamenti desiderabili attraverso l’osservazione di modelli “positivi”, basati sull’amore e il rispetto per sé stessi e per il prossimo. Proprio per questo posso dire con una quasi certa sicurezza che, in quanto corpo biodanzante, non andrò mai a cercare la volgarità nei miei elaborati. Né tantomeno a picchiarti o imprecare contro di te, te lo giuro!
Creare emozioni attraverso il design
Un web design ispirato alla natura e alla semplicità
Sicuramente le scelte di design visivo effettuate adesso possono virare su colori tenui, ispirati alla natura e in grado di trasmettere calma e serenità. La tipografia caratterizzata da font chiari e leggibili per favorire concentrazione e comprensione dei contenuti. È risaputo oggi quanto colori e font siano in grado di influenzare il nostro corpo emozionale (semmai volessi approfondire, ti rimando al dibattito ancora aperto circa la validità scientifica della psicologia dei colori).
Anche la scelta delle immagini, in quanto potenti strumenti di comunicazione non verbale, gioca un ruolo decisivo perché esse possono tramutarsi in porte verso un’emozione passata, che aprono su sentieri collegati direttamente al cuore. In tal senso quando effettuo la selezione fotografica generalmente tengo a mente indicazioni di questo tipo e cerco di mantenere sempre una connessione autentica con lo scopo che voglio raggiungere.
Un layout pulito e ordinato ove il messaggio principale del sito sia visibile così come devono essere facilmente individuabili le informazioni di contatto. Quando ho iniziato a occuparmi di siti web ho commesso più volte l’errore di caricare le pagine con troppi elementi grafici.
Col tempo ho imparato che la semplicità è spesso la chiave per un buon design
Sono diventato amico del tanto temuto spazio bianco, che in realtà ci aiuta a creare un senso di equilibrio visivo. Icone sempre chiare e facilmente riconoscibili. Ovviamente il tutto condito da un linguaggio semplice e diretto evitando, ove possibile, tecnicismi e complessità. Utili in tal senso anche le testimonianze dirette che tendono a rendere i contenuti più coinvolgenti e personali. Tuttavia, in questo articolo non voglio cadere troppo in indicazioni di carattere professionale però posso dire con certezza che dai colori ai font, dalle immagini al layout, ogni elemento presente su sito può contribuire a creare un’atmosfera e a suscitare determinate sensazioni creando un legame più profondo con l’utente. Se sei in grado di fare tutto ciò, il tuo cliente non potrà che esserne soddisfatto, soprattutto se andrai a tirar fuori stringhe di codice o pixel direttamente dal cervello che, sempre di più, puoi fare entrare in comunicazione con il cuore. Ricorda, il fine ultimo è riuscire a restituire un sito web che abbia un’estetica un po’ più organica, umana e che vada a toccare anche l’anima. Tradotto vuol dire che alla presentazione del sito il cliente emanerà una notevole esclamazione di stupita meraviglia, un WOW! che ti darà l’energia giusta per il prossimo progetto. Gli ultimi lavori a cui ho collaborato mi hanno dato grandi soddisfazioni in questo senso.
Una danza tra corpo e codice
Vado infine a realizzare un sito, che a questo punto diventa esperienza emotiva, in grado di creare un legame molto profondo tra utente e brand. E così faccio con la Biodanza, focalizzata più sull’esperienza corporea e sull’espressione delle emozioni attraverso il movimento e la musica. Attraverso tale pratica posso allenarmi a comunicare attraverso il mio corpo emozionale distruggendo quella armatura spessissima che ci siamo creati negli ultimi millenni. Quel muro apparentemente insormontabile posto tra il cervello e il cuore.
La mia sfida adesso è: posso conferire a un’esperienza online lo stesso ritmo di quello che ha una ronda inicial o una danza de fuego yang oppure, ancora, un’esperienza più interiore come quella che viviamo danzando el agua? Credo proprio che sia questo uno dei risultati che voglio raggiungere, oltre quello di diventare un buon facilitatore di Biodanza.
Questo il mio cammino ora. Questi i miei passi in un sentiero che sono sicuro abbia un cuore.
IMMAGINE DI COPERTINA TRATTA DAL FILM Spring, Summer, Fall, Winter… and Spring.
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Me parece muy bello lo que expresas, puedo sentir la emoción de lo vivido a través de tu palabras que se convierten en filtros por donde se asoma la luz que resplandece en ti. Gracias Eugenio .
Hola Angy! Gracias por tus palabras. Esto es lo que quiero decir cuando hablo de el ¡Wow! que te empuja a continuar en el camino que has elegido. Un fuerte abrazo